Aderisci a Di Nuovo!

Se vuoi anche tu mettere una firma al documento La Nostra Libertà, che trovi QUI, manda una email a: adesionedinuovo@tiscali.it Grazie a nome di tutte!

Per informazioni su Di Nuovo e sullo spettacolo Libere, e per aderire all'associazione: info.dinuovo@gmail.com
Per sostenerci: IBAN IT35P0200805227000401400557


Se non ora, quando?

Per tutte le iniziative della mobilitazione Se Non Ora Quando? promossa e sostenuta dall'associazione Di Nuovo consulta il blog


domenica 14 novembre 2010

Cara Ritanna, la fine del Berlusconismo non ci fa nessuna paura

Pubblichiamo la risposta di Elisabetta Addis, che Di Nuovo condivide completamente, all'articolo di Ritanna Armeni "Care amiche femministe, l'antiberlusconismo ci ha fregate":

Cara Ritanna,

Fare il giornalista è un mestiere duro, bisogna scrivere tutti i giorni, e cogliere cose ineffabili, tendenze, rumori, oppure perfino crearli mediaticamente se non ce ne sono. Fare la giornalista è duro il doppio, perché i riconoscimenti sono più scarsi, la leadership intellettuale più difficile da esercitare, ci si porta dietro un corpo scomodo, di sesso femminile, che non è previsto nei luoghi del potere. Se è brutto è invisibile, ma peggio ancora se è bello, è pensato come scopabile ma comunque mai come veicolo di pensiero e autorità. Queste cose, fra l’altro, le ho imparate da te o anche da te, molti anni fa. Ma mano mano che le Camusso e le Marcegaglia e le Rodham Clinton e le Merkel vengono sulla scena, anche questo speriamo, migliorerà…
Perdonami ma questo tuo ultimo intervento sulle femministe cui mancherà Berlusconi mi sembra francamente un pezzo da giornalista che dovendo scrivere, si inventa le sue “ donne di paglia” per poter dire qualcosa purchessia. Chi sono, dove sono, le femministe che finora si sono occupate delle magagne sessuali del Premier e che non sapranno più cosa fare dopo che se ne va Berlusconi?
Io sono una femminista – come tra l’altro sono convinta lo sia anche tu. Negli ultimi quindici anni mi sono occupata a) di differenziali salariali per sesso b) di come le coppie dividono il denaro c)di nuovi indicatori“di genere” per misurare il reddito e la ricchezza, in applicazione delle teorie di Sen-Nussbaum d)di donne e eccellenza scientifica, all’interno di un gruppo europeo di ricerca e) di un gruppo di donne che fa circolare per l’Italia una piece teatrale (Libere di Cristina Comencini) accompagnata da un documento politico dove si cerca di fare il punto e anche di gettare le basi di nuove forme di organizzazione politica femminile adeguate all’epoca postberlusconi. E ne conosco decine come me, tra le economiste, le sociologhe, le donne medico, le scrittrici, che hanno fatto le cose più varie, descrivere il lavoro delle donne, studiare le pensioni delle donne, organizzare convegni incontri sui bilanci di genere, contro la violenza sulle donne, collegarsi con le migranti...
Se c’è una cosa di cui grazieadio non ci siamo occupate è la vita sessuale del premier. Ma mai le mie attività come quelle di tante mie amiche raramente hanno ricevuto le attenzioni dei giornalisti, specie dei maschi ma anche poco delle femmine. A me pare francamente quelli che hanno focalizzato l’attenzione della nazione sulla vita sessuale e alla connessione tra sua vita sessuale del premier e politica delle donne siano stati proprio i maschi e i giornalisti, non “le femministe”. Le scelte delle ministre e delle altre candidate fatte da Berlusconi, che talvolta sono apparse guidate da un criterio che non era esattamente, o perlomeno non era soltanto, quello della competenza hanno fatto imbufalire prima di tutto i maschi della compagine del premier, e poi anche quelli della sinistra.
Ne cito uno per tutti: l’intervista alla neoministra Mara Carfagna di Mentana, quando Mentana era ancora a Canale cinque. Sottolineava soltanto quanto lei era bella e quanto lei era buona, e come era ovvio che a una così un vero uomo non potesse resistere: e non le ha fatto una sola domanda su quali politiche concrete per le donne il suo ministero intendesse fare. Non mi risulta che Mentana si sia ancora scusato con le donne italiane e in generale con il suo pubblico per quella intervista assolutamente partigiana, non professionale, e profondamente maschilista, il cui messaggio neanche tanto subliminale era: le donne sono questa meraviglia corporea, lasciatecele ammirare e godere, e non rompeteci le scatole con l’ipotesi che pensino e facciano politica.
Il triste paradosso che rivela quanto il corpo femminile è ancora scomodo è che “mignottopoli” è apparsa ad alcuni peggio che permettere che i propri ministri si facciano pagare gli appartamenti, fare eleggere delle belle ragazze di dubbia competenza peggio che far eleggere ladri corrotti e inquisiti.
“Le femministe” hanno rispettato pienamente le donne coinvolte nel gossip sulla vita sessuale del premier, comprese quelle che egli ha innalzato agli allori della carica politica. E ancora le rispettano, e per valutarle aspettano di verificare la loro competenza dai risultati. Addirittura vi è stato un documento di alcune femministe, documento che io non condivido – perché come sai le femministe sono tante, e pensano cose diverse- che indicava in Veronica Lario e Patrizia D’Addario il manifestarsi di una crescita della libertà femminile. Mi viene il dubbio allora che tu quando parli di “femministe” ti riferisca solo a quel gruppo, un gruppo romano importante, che nell’ultimo periodo per molte ragioni è stato meno attivo che nel passato e ha prodotto quasi solo quel documento. Ma esistono per fortuna molte altre femministe e donne impegnate in politiche di genere che hanno fatto molte altre cose incluso il prepararsi personalmente e politicamente per la fine del Berlusconismo.
Scusami Ritanna cara, ma questa volta il tuo intervento è proprio irricevibile: non siamo state noi femministe a vivere di rendita sulla vita sessuale del Berlusca: rivolgiti ai giornalisti, specie se maschi. Per questo noi, e in generale le donne italiane, non abbiamo niente da temere per la sua sparizione dalla scena pubblica. E non rimarremo senza niente da fare: perché dobbiamo vedercela, ancora con i molti, a destra e a sinistra, che ancora non hanno capito l’ a b c della politica di genere, come hanno dimostrato cercando per le loro liste delle belle giovani di provata inesperienza, piuttosto che delle donne con titoli e competenze provate in anni di esperienza di lavoro politico.

Nessun commento:

Posta un commento