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sabato 21 maggio 2011

Questa nota è stata scritta da una giovane ragazza di Torino, Azzurra Martini, incredula che potessero venire mandati in onda programmi di questo tipo.


LA PLASTIFICAZIONE DELLA REALTA’

Antefatto: una giovane torinese sta facendo “zapping” in TV per essere aggiornata in tempo reale sull’esito delle elezioni comunali.

Si imbatte su una rete Mediaset che manda in onda, in prima serata, il programma “Plastik”.

Ebbene, cos’è Plastik? Dapprima appare l’ennesima trasmissione su strambi Guinnes World Re...cords, ma poi assume una dimensione più intima, privata, raccolta, umana… sì, è una trasmissione sull’intimo delle persone, delle donne in particolare.

È una trasmissione che ti fa sentire, donna, comunque bella e giusta, nonostante i piccoli o grandi difetti estetici.

Ma perché sei comunque bella e attraente, nonostante i difetti?

Non perché alla nostra società vai bene così, magari con un po’ di “borse sotto gli occhi”; non perché ti viene chiesto di metterti in salvo dai banali stereotipi da copertina; non perché ti viene insegnato che ogni ruga è un solco di esperienza sul viso di una donna (e di un uomo); non perché ti è stato insegnato che la pelle invecchia, ed è il suo corso naturale; non perché sai che l’invecchiare non è una disgrazia ma è sintomo della vita che avanza, si riempie e si arricchisce.

La televisione dovrebbe fare ammenda per le molteplici immagini pubblicitarie irreali che rappresentano sempre gli stessi corpi e gli stessi visi, e ci dovrebbe insegnare che la verità sta nel viso delle persone che si incontrano per strada: guardati intorno, donna, e noterai splendide quarantenni, o cinquantenni, o sessantenni, con il viso vero e saggio.

Ebbene, forse qualcuno, dietro le quinte, se ne è reso conto, ed ha ideato la trasmissione Plastik per aprire gli occhi alle donne che si trincerano dietro i propri difetti fisici? In un certo senso sì. Quale, il modo per far fronte alle preoccupazioni di una donna di quarant’anni, due gravidanze, due bimbi piccoli, e poche notti di otto ore? Un chirurgo plastico caduto dal cielo che provvede ad eliminare la “pelle in eccesso” degli occhi. Il chirurgo, anch’esso donna, anch’essa visibilmente “ritoccata”, appare un’amica, una consulente, una professionista pronta, per spirito magnanimo e solidale, a metter fine alle preoccupazioni estetiche.

Hai le borse sotto gli occhi a 40 anni? È normale, direi io, e direbbero altri. Invece no, non ti porto a comprendere che è naturale, ma taglio e cucio in sala operatoria. Ti svegli piena di dolore e di lividi sulle palpebre; porti occhiali da sole per 15 giorni, poi li togli, e… non sei più tu.

Sei un’altra donna, con qualche anno in meno sì, e con gli occhi artificiali, spalancati. Hai “guadagnato” qualche anno che però hai già vissuto, e che non rivivrai più allo stesso modo. Avrai quei nuovi occhi e quella nuova espressione a qualunque ora del giorno e della notte; oggi che il tuo bimbo non ti fa dormire, e tra 20 anni, quando il tuo bimbo universitario dormirà più di te. Non c’è più niente di tuo, non c’è più la naturale e affascinante stanchezza di una mamma, di una moglie. C’è una persona che non ha saputo accettare e vivere realmente le gioie e le fatiche di una vita, e che, purtroppo, non ha incontrato nessuno che le insegnasse quanto sia prezioso il tempo vissuto davvero. È una persona che si è rivolta al pubblico, alla televisione, per cercare di risolvere il suo “problema” e che purtroppo ha incontrato dei professionisti della falsità.

Ciò che è peggio è che molte di noi potrebbero pensare che “è facile” avere un aspetto migliore, perché l’abbiamo visto in TV.

Allora mi appello a Quella TV, e le chiedo per favore di insegnare a noi donne che siamo BELLE con le rughe a quarant’anni.


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