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Se non ora, quando?

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mercoledì 26 ottobre 2011

QUANDO LA NOTTE

Finalmente venerdì 28 ottobre esce nelle sale l'ultimo film di Cristina Comencini "Quando la notte". Tra le montagne un uomo e una donna s'incontrano. Manfred è una guida, chiusa e sprezzante, abbandonato da moglie e figli; Marina una giovane madre in vacanza col suo bambino. Una notte qualcosa succede nell’appartamento di lei e Manfred interviene, portando il bambino ferito in ospedale. Da quel momento l'uomo si metterà sulle tracce di una verità inconfessabile che Marina ha nascosto a tutti, anche al marito, mentre lei intuirà il segreto familiare all'origine dell’odio di Manfred verso tutte le donne. Con una rabbia e un desiderio mai provati prima, i due scopriranno la radice di un legame potente che non riusciranno a controllare né a vivere. Anni anni dopo quella vacanza, Marina, d'inverno, tornerà al rifugio a cercare Manfred. Tocca un tema importante e da molti sottovalutato, una questione femminile delicata e controversa come quella del sentirsi inadeguate di fronte alla maternità! Il senso di fatica, ansia e frustrazione che spesso provano le donne alla nascita di un figlio, ma che è difficile condividere con gli altri!

lunedì 24 ottobre 2011

"LIBERE" al Teatro Gobetti di Torino

Venerdì 4 novembre ore 21 - Teatro Gobetti - via Rossini 8 Torino “LIBERE” reinterpretazione scenica dell’atto unico di Cristina Comencini con Francesca Vettori e Valentina Pollani regia: Francesca Vettori scenografia: Giulia Gubernati e Alessia Marino direzione artistica: Margherita Trezzi. Ad un anno circa dalla sua prima rappresentazione, lo spettacolo torna in scena a Torino in un nuovo allestimento, con la scenografia di due allieve dell’Accademia Albertina delle Belle Arti. L’ingresso è libero

sabato 22 ottobre 2011

Libere al Teatro Anfitrione di Roma

Domenica 23 ottobre alle ore 20.30
Al Teatro Anfitrione, via di San Saba 24

Libere di Cristina Comencini
con Carla Blasetti e Lavinia Bianchi
regia di Carla Blasetti


giovedì 13 ottobre 2011

INCONTRO CON TERESA DE JESUS ARISTIZABAL SANCHEZ

Giovedì 20 ottobre 2011 alle ore 16 Presso il CIRCOLO DEI LETTORI - Torino - Palazzo Graneri - Via Bogino 9 La Commissione Regionale Pari Opportunità della Regione Piemonte Le Donne in Nero della Casa delle Donne di Torino
presentano INCONTRO CON TERESA DE JESUS ARISTIZABAL SANCHEZ Dal 1985 si occupa attivamente dei diritti umani delle donne in Colombia, e in particolare dei diritti sessuali e riproduttivi. Ha svolto intenso lavoro con le donne colpite da violenza sociale e politica in contesti di conflitto armato. Nel 1995 è stata tra le fondatrici della Ruta Pacifica de las Mujeres e ne fa tuttora parte. Parteciperanno all'incontro: Patrizia Alessi e Laura Onofri Vice Presidenti della Commissione per la Realizzazione delle Pari Opportunità fra Uomo e Donna della Regione Piemonte Elisabetta Donini ed Anna Valente Donne in Nero della Casa delle Donne di Torino Francesca Cerrina Amnesty International - Coordinamento America Latina

lunedì 10 ottobre 2011

La violenza contro le donne nei TG italiani

CPP - Corso di Laurea in Comunicazione Pubblica e Politica CIRSDe - Centro Interdisciplinare di Ricerche e studi delle Donne Università degli Studi di Torino Torino, 17 ottobre 2011 ore 10.30 - Sala conferenze del Dipartimento di Studi Politici Via Giolitti n. 33 - Torino Fabrizio Tonello (Università di Padova) presenta la ricerca condotta con Elisa Giomi (Università di Siena) La violenza contro le donne nei TG italiani Discutono il tema Franca Balsamo ricercatrice del Dipartimento di Scienze Sociali Carmen Belloni presidente del CIRSDe Marinella Belluati ricercatrice del Dipartimento di Studi Politici Milena Boccadoro giornalista TG3 del Piemonte Stefanella Campana vicepresidente dell’Istituto Paralleli Per informazioni marinella.belluati@unito.it

domenica 9 ottobre 2011

Un paese per donne - voci da Siena

INCONTRO A TORINO Lunedì 17 ottobre 2011 alle ore 18 al Museo di scienze Naturali – Torino, via Giolitti 36 - Presentazione del reportage: "un paese per donne - voci da Siena" realizzato da Claudia Apostolo e Milena Boccadoro durante l'incontro nazionale di Se non ora quando Un paese per donne? organizzato a Siena il 9 e 10 luglio. Seguirà un resoconto dell’incontro del 2 ottobre a Roma promosso dal Comitato nazionale con i comitati territoriali e un dibattito sulle iniziative e i contributi che Torino e il Piemonte possono dare per definire priorita' e obiettivi della rete "Se non ora quando?"

venerdì 7 ottobre 2011

"Lavoro e dignità delle donne? Buttiamola in barzelletta" di Stefanella Campana

Una insopportabile distanza con la realtà del Paese. Una mancanza di stile, di attenzione nei confronti di oltre la metà degli italiani, le donne. Nel giorno dei funerali di quattro operaie e di una ragazzina vittime di una tragedia annunciata che ha ricordato a questo paese che c’è chi lavora 10-10 ore al giorno per 3,95 euro all’ora, senza alcuna tutela, c’è chi fa battute di pessimo gusto, dal premier ai leghisti alla Camera nel totale disprezzo della dignità delle donne e del loro lavoro e impegno. E’ questo il senso di responsabilità di chi dovrebbe governare questo nostro Paese? Fino a quando è tollerabile tutto questo? Mentre si chiede alle donne la parità in uscita dal lavoro, per un atto di giustizia dovrebbe esserci anche la parità nelle condizioni di lavoro. Ma si preferiscono le barzellette anziché affrontare problemi seri.

mercoledì 5 ottobre 2011

Qualcosa comincia a cambiare?....

L’uomo che lavora solo con le donne L’azienda tutta al femminile di un imprenditore di Basilea di MARINA VERNA/La Stampa............................... Di che cosa siano capaci le donne, René Mägli l’aveva visto da piccolo: era l’unico maschio in mezzo a tre sorelle. E l’esperienza dev’essere stata felice, se adesso per il suo ufficio - la filiale di Basilea della società di trasporti marittimi Msc - vuole solo donne. Con le sette assunzioni del mese scorso è arrivato a cento. Nemmeno un uomo tranne lui, il capo. L’ultimo è stato licenziato dieci anni fa. «Avevo notato che cercava di esercitare del potere sulle colleghe e faceva sparire i documenti che non capiva». Da allora, pochi maschi mandano il curriculum e nessuno passa la selezione. «Non ho niente contro gli uomini ha raccontato Mägli allo Spiegel -. Solo che le donne hanno qualcosa in più: lavorano per l’azienda, non per il proprio ego. Gli uomini lottano per la posizione, per i soldi o lo status. Non amano lavorare in squadra e, se sono costretti, non comunicano, non si aiutano reciprocamente. Le donne invece non sono competitive, non vogliono dimostrare la loro superiorità. Almeno, questa è la mia esperienza». René Mägli è un sessantenne austero, che nulla ha del Don Giovanni. Unico sfoggio, un anello con sigillo e una catenella d’oro per gli occhiali intorno al collo. Svizzero, ha scelto un mestiere inconsueto per il suo Paese: lo spedizioniere marittimo. Ha cominciato a lavorare a Rotterdam a 22 anni, ha girato diverse compagnie finché, nell’81, ha aperto a Basilea la sua, che ha ceduto qualche mese fa alla Mediterranean Shipping Company (Msc), la seconda compagnia al mondo per trasporto merci via mare - 50 mila dipendenti e una flotta di transatlantici e grandi navi container. Msc ne ha fatto la sua filiale svizzera e così Herr Mägli continua a governare le sue «Ladies», come gli piace chiamarle, dalla piccola pedana piazzata al centro del reparto vendite, il più frenetico, uno stanzone al secondo piano di un anonimo edificio nel centro di Basilea. Non ha ufficio né segretaria «perché fa capo-macho, e non è quello il mio stile», si gestisce da solo l’agenda e sulla scrivania tiene un marinaio in legno, con le mani in tasca, come se lì non ci fosse niente da fare: unica allusione al business della casa. Le donne - contabili, esperte di finanza, venditrici, manager - occupano anche altri due piani e di lì muovono, per conto dei clienti svizzeri, milioni di tonnellate di cacao, cotone, zucchero, caffè, legnami pregiati e ogni materia prima che il mercato globale richieda. «Le donne sono più adatte degli uomini a una società di servizi - dice Mägli -. Portano più utili». E infatti dal 2005 il fatturato è cresciuto del 25% all’anno. I colloqui di assunzione li fa direttamente il boss. «So con esattezza che cosa cerco: donne che sappiano lavorare in squadra e abbiano voglia di imparare. Certo, studi ed esperienza contano, ma meno delle doti umane. Queste non si insegnano, tutto il resto sì». In conclusione: «Io non assumo donne per idealismo, non sono un benefattore, sono un uomo d’affari che sceglie il meglio sul mercato. Le donne sono più preparate, più flessibili, più attente ai costi. Sono più indifferenti alla gerarchia, sbrigano il lavoro aiutandosi». Le definisce «il mio capitale», le paga bene e, soprattutto, non le penalizza se vanno in maternità. Anzi. Quando tornano, possono scegliere il tempo parziale e modularlo secondo le loro necessità. «Ho investito tanto per formarle, perché dovrei buttare via tutto? Tanto più che, da madri, hanno imparato a fare più cose insieme, a organizzarsi, fissare le priorità. Capacità preziose, che i maschi non hanno e che tornano utilissime anche in azienda». Ma tutte quelle donne non litigano mai? «In questa azienda l’aggressività non è apprezzata. Chi manipola o intriga, non ottiene un posto migliore. E viene isolata dalle colleghe». L’ultimo segreto di una formula di successo, che nessun altro in Svizzera, in Europa, nel mondo ha mai osato sperimentare sembra semplicissimo: «Trovare la donna giusta per ogni ruolo». E su questo punto Mägli è imbattibile. Questione di fiuto. Un’altra cosa che non si impara.

Picchiata e insultata su un bus perchè donna e nera

TORINO Picchiata e insultata su un bus pieno di passeggeri. Tempestata di pugni, ha una costola fratturata, e due settimane di prognosi. Ma ancora più del dolore è forte lo sgomento di Suad Omar, mediatrice culturale italo-somala, per l'aggressione improvvisa e violenta di cui è stata vittima venerdì scorso, sulla linea 63, alla fermata davanti all'ospedale Maurziano. «Voleva che mi scostassi per passare- racconta - gli ho detto che anch'io stavo per scendere, e a quel punto ha iniziato a insultarmi, mi ha detto cose irripetibili. Gli ho risposto indignata, lui ha reagito alzando le mani». Il responsabile è un uomo italiano, di circa 50 anni, di cui non si sa altro: perché alla fermata, l'autista ha aperto le porte e lui si è dileguato. In soccorso della vittima sono intervenuti due ragazzi, un somalo e un marocchino. Un terzo giovane italiano ha inveito contro l'autista per aver permesso che l'aggressore scappasse. Anche i due stranieri si sono indignati: «Se fosse stata aggredita un'italiana da un extracomunitario, nessuno gli avrebbe permesso di allontanarsi», hanno protestato, mentre l'autista obiettava di aver agito secondo il regolamento. Suad è molto conosciuta a Torino, al suo nome è legato un pezzo importante della storia dell'immigrazione in città. Laureata in Somalia, dal 1989 vive in Italia, dove è arrivata per raggiungere quello che sarebbe diventato suo marito. Ha studiato da mediatrice culturale, lavoro a cui negli anni ha affiancato anche l'impegno politico: consigliera alla Circoscrizione 8 fino alla scorsa primavera e coordinatrice della Commissione giovani e immigrati a San Salvario (quartiere in cui risiede), era già stata candidata alle regionali, alle provinciali e alle europee. è stata tra le fondatrici del centro culturale Alma Mater e del centro Alouan, e una delle voci di «Babalasalà», prima trasmissione radiofonica fatta da e per gli immigrati sulle frequenze di Radio Torino Popolare. Oggi continua l'attività di mediatrice ed è responsabile per l'Italia degli intellettuali somali emigrati a causa della guerra civile. Madre di cinque figli, una vita divisa tra la famiglia e l'impegno a difesa degli stranieri e delle donne. Sul bus 63, alle quattro e mezza di venerdì pomeriggio, stava andando a prendere una ragazza straniera che sarebbe stata dimessa dal Mauriziano e che aveva bisogno di aiuto. Ed era al telefono, vicino alle porte del mezzo che stavano per aprirsi, quando il l'uomo le ha chiesto di spostarsi. «Mi ha detto "Guarda questa gente", e poi giù con gli insulti a sfondo sessuale. Ha usato ogni sorta di ingiuria. E poi mi ha colpito ripetutamente, mi ha anche rotto gli occhiali. Quando i carabinieri sono arrivati, si era già allontanato. Ho sporto denuncia, ma quello che mi fa stare ancora peggio delle botte è il fatto che non avrebbe dovuto scappare. Non so se l'autista abbia rispettato il regolamento: se è così, dovrebbero cambiarlo». «Da quando è successo - dice Suad amareggiata - sono depressa. Non mi era mai accaduto un episodio simile. Gtt mi ha detto che a bordo c'era una telecamera. Spero che sia identificato in fretta, una persona così aggressiva e violenta potrebbe fare del male anche ad altri. E' un problema di sicurezza soprattutto per le donne». da "La Stampa - Torino 4/102011" Non ci sono parole per commentare questa brutale aggressione, esprimiamo solidarietà e partecipazione a Suad Omar per il grave episodio di violenza e discriminazione di cui è stata vittima. L'indignazione che tale atto ha provocato in tutte noi deve farci proseguire con determinazione il lavoro per contrastare le discriminazioni e le violenze che le donne, maggiormente se immigrate, subiscono. Stringiamo Suad in un abbraccio pieno di affetto.

martedì 4 ottobre 2011

Resoconto dell'assemblea pubblica regionale del 24 settembre a Torino contro i movimenti pro-vita nei consultori

L'assemblea ha avuto una buona partecipazione, anche se la presenza di realtà di altre province non è stata quantitativamente quella auspicata. La relazione introduttiva di Valentina Donvito, della Casa delle Donne e medico dell'Ospedale Sant'Anna, ha sottolineato come sia in corso un attacco al concetto fondamentale di autodeterminazione, ripercorrendo le tappe della presentazione del ricorso, delle iniziative prese a sostegno dello stesso, della vittoria al Tar e della riproposizione da parte della Giunta Regionale di una nuova delibera che solo formalmente è stata modificata, ma che di fatto ripropone l'ingresso dei movimenti pro-vita nei consultori. Che i consultori siano sotto attacco e che si voglia svuotare di fatto la 194 è ormai chiaro: una dimostrazione ulteriore è l'agghiacciante proposta di legge presentata in Regione dalla maggioranza - che potete consultare sul sito: http://arianna.consiglioregionale.piemonte.it/ariaint/TESTO?LAYOUT=PRESENTAZIONE&TIPODOC=TESTOPDL&FASEITER=PRESENTAZIONE&PDL=90160 Questa proposta stravolge la natura dei consultori, indebolendo fortemente la loro attuale prerogativa di essere laici e pubblici. C'è la forte preoccupazione che se un testo come quello, profondamente oscurantista, dovesse mai diventare legge in Piemonte, e nelle altre regioni dove sono state presentate proposte di legge analoghe, sarebbe a rischio oltre alla 405 (legge nazionale istitutiva dei consultori) anche la piena e corretta applicazione della 194. Il successivo intervento è stato quello delle avvocate Mirella Caffaratti ed Arianna Enrichens che hanno relazionato sull'udienza dell'8 giugno di fronte al TAR: la sentenza ha accolto il ricorso per quanto concerne il requisito soggettivo statutario “della difesa della vita fin dal concepimento”; le altre censure sollevate sono state giudicate non accoglibili in quanto, in proposito, secondo il TAR non sono legittimate ad agire le associazioni ma solo le singole donne. Hanno sottolineato la possibilità di proseguire nell'azione legale verso la delibera di luglio che, nella nuova formulazione, pur introducendo sempre in posizione di privilegio il famoso requisito soggettivo, pare allargare l’accesso alle convenzioni con le Asl ad altri soggetti, rendendo così più difficile sostenere la tesi della discriminatorietà della delibera stessa. Hanno inoltre rimarcato che la Giunta ha già predisposto che le Asl procedano alla redazione degli elenchi delle associazioni ammesse e alla stipula delle convenzioni. Il nuovo ricorso dovrà essere depositato entro fine ottobre. Eleonora Artesio ha ricordato come la recente affissione di un orrendo manifesto del movimento per la vita nei locali dell’Asl2 di Torino per ordine della direzione dimostra che gli operatori non possono essere lasciati soli né si può chiedere loro la disobbedienza eroica Ha criticato l’autoritarismo della Regione che, a specifica interrogazione sull’episodio, ha risposto invocando la democrazia del “rispetto di tutte le idee”!!! Inoltre la Regione non ha risposto alle interrogazioni su come intenda applicare la nuova delibera sui consultori. Rispetto invece alla proposta di legge del PDL ha, fra l’altro, messo in evidenza che la famiglia sostituisce il “soggetto”, che le donne dovranno firmare il progetto di sostegno e di aver ricevuto le informazioni, ossia di accogliere o meno il percorso proposto, nonché gli aspetti economici e finanziari legati alla scelta delle donne. Donata Canta ha sostenuto la necessità di contrapporre iniziative di mobilitazione a 360 gradi sia dal punto di vista istituzionale, sia con la diffusione di documenti di controinformazione, con manifestazioni in tutta la regione, anche protratte nel tempo, cercando strategie e iniziative comuni con altre regioni (gruppi di donne del Lazio e della Lombardia hanno inviato messaggi che, oltre ad aggiornarci sulla situazione di quelle realtà, auspicano una comune mobilitazione), anche attivando la rete nazionale di SNOQ su questi temi. A questo proposito, la richiesta che sarà fatta alla riunione dei Comitati il 2 ottobre, sarà quella che le prossime mobilitazioni tengano conto che sul corpo delle donne, sulla loro autodeterminazione e libertà si sta giocando una brutta partita. Sono seguiti numerosi interventi: la Vice-Presidente dell’Associazione ArciGay Doriana Tedesco, il Consigliere Regionale Andrea Stara, Lucia Centillo Coordinatrice della Commissione Materno-Infantile dell’Asl1 di Torino, Giulia Druetta del Collettivo Altereva, Cristiana del Collettivo Medea, Ferdinanda Vigliani di Pensiero Femminile, la Consigliera Regionale Gianna Pentenero , Noemi Gallo, che ringraziamo per il loro contributo. Ci scusiamo per le omissioni, assolutamente involontarie, legate alla ricchezza di tutti gli interventi che non siamo in grado di ricostruire. Laura Onofri, infine, nel suo intervento ha anche fatto un breve aggiornamento sullo stato dell'arte della Legge 16 del 2009 sull'Istituzione dei Centri Antiviolenza che la Regione continua a non finanziare, pur essendoci un o.d.g. votato all'unanimità dal Consiglio Regionale che prevede l'innalzamento a 500mila euro annuali delle risorse su quel capitolo di spesa. Se questa grave inadempienza della Regione continuerà, oltre a privare le donne maltrattate di un servizio assolutamente necessario , comporterà l'impossibilità di partecipare al bando del Ministero delle P.O. (scadenza dicembre 2011) che prevede 12milioni di euro di fondi dedicati al capitolo Centri antiviolenza. L’assemblea si è riconvocata per il 5 ottobre prossimo alle ore 21, presso il Salone dell’Antico Macello di Po – via Matteo Pescatore 7 Torino riunione per iniziare ad organizzare le iniziative di mobilitazione.