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lunedì 29 novembre 2010

Seven points... il nostro programma/manifesto in 7 punti


1•  Desideriamo intorno a noi un mondo fatto per le donne e per gli uomini,  rispettoso delle tante diversità che attraversano e gli uni e le altre. 
Le donne per essere cittadine a pieno titolo non debbono inseguire l’eguaglianza sino alla negazione di sé. Per accogliere la libertà delle donne la società tutta deve cambiare e in profondità, non si tratta solo di fare un po’ di spazio per accogliere le nuove venute, ma di rifare la casa. Il cammino è lungo e vogliamo farlo non contro gli uomini ma assieme a tutti quelli che condividono questa nostra stessa aspirazione. Passi importanti sono stati già fatti in Europa ed anche in Italia.  Ci sono state conquiste fondamentali (dal divorzio e la riforma del diritto di famiglia, nel 1975, che ha abolito la patria potestà rendendo la famiglia una comunità di persone libere, alla istituzione dei consultori; dalla legge sulla parità salariale del 1977 alla 194 sulla autodeterminazione; dalla tutela estesa della maternità del 1991 alla legge contro la violenza sessuale del 1996; dall’approvazione nel 2000 di una legge sui congedi parentali e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla legge di modifica costituzionale sulla rappresentanza del 2003... fino all’intervento legislativo contro lo stalking nel 2009). Ma al di là dello scarto che spesso si ha tra dettato della legge e sua concreta applicazione, in altri paesi d’Europa le cose sono andate molto più avanti: in Italia le donne si sono fermate al raggiungimento di diritti, bloccandosi dinanzi alla responsabilità di occupare(si) e cambiare il potere, ovvero i luoghi e le idee  che decidono come si governa il paese.  E  rimanendo a metà strada di fatto sono arretrate.
      2•   Siamo per energiche politiche di parità in ogni ambito della vita associata, dalla pubblica amministrazione alle imprese, dalle Università alle istituzioni rappresentative
       Politiche di parità tra donne e uomini fondate su incentivi e non repressive.
      3•  Siamo convinte che le donne non possono e non debbono più sottrarsi alla responsabilità politica
       Autonomia e indipendenza dai partiti non equivalgono al rifiuto o al disprezzo della politica. Anzi, pensiamo che non bastino più le  attività culturali, di volontariato o le iniziative locali ma ci sia bisogno di un impegno collettivo per sostenere la politica delle donne nei confronti di tutte le istituzioni sia rappresentative che sociali (sindacali, ecc.)
     4• Crediamo che oggi  le emergenze, ovvero le libertà negate o ignorate  che richiedono  un’azione decisa sulla scena pubblica, siano
      a) IL LAVORO che o non c’è  o è precario a livelli insostenibili o è posto in netta alternativa al lavoro di cura, soprattutto per le donne; 
      b) LA MATERNITÀ NEGATA, si tratta sempre di affermare la libertà di scelta:  tre decenni fa la battaglia fu contro la maternità come destino, oggi contro la maternità come lusso; 
      c) LA VIOLENZA, LA VERA E PROPRIA MATTANZA, CONTRO LE DONNE. Molti troppi uomini sono così deboli da non riuscire a misurarsi con la nuova coscienza femminile ma sono confermati nel loro pericoloso infantilismo da una cultura diffusa della sopraffazione e del disprezzo.
      5• Per noi è intollerabile l’immagine delle donne veicolata dai media 
       e con essa il disinteresse, se non il disprezzo, che il sistema dell’informazione mostra per tutto ciò che seriamente si fa da parte delle donne per cambiare lo stato di cose esistente.
      6• Siamo persuase che solo la forza collettiva delle donne possa vincere passività e rassegnazione
        I talenti individuali, l’eccellenza delle singole personalità non sono umiliati o negati dalla solidarietà di gruppo. Anzi l’esistenza di forti e autorevoli organizzazioni di donne rende la strada più facile alle singole che vogliono affermarsi. Certo occorre  vincere l’invidia e la paura reciproca che spesso circola tra le donne. Ma l’esperienza del passato può aiutare a non farsene più travolgere.
      7• Noi vogliamo, assieme ai tanti gruppi, a singole, a competenze che si occupano e si preoccupano di come viviamo noi donne italiane, provare a costruire una grande associazione nazionale, aperta agli uomini, autonoma e plurale 
       ... qualcosa che  intervenga nell’ arena pubblica con voce autorevole per sostenere o combattere tutte le battaglie necessarie a sconfiggere le emergenze. La forza c’è ed è grande, tocca radunarla vincendo inerzia e frammentazione.



2 commenti:

  1. benvenute, bellissimo blog
    l'unico problema è che, sotto ai post, non compare la voce "lascia un commento": per arrivarci bisogna cliccare su "link a questo post", ma la prima impressione è che NON si possa commentare..

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