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martedì 4 ottobre 2011

Resoconto dell'assemblea pubblica regionale del 24 settembre a Torino contro i movimenti pro-vita nei consultori

L'assemblea ha avuto una buona partecipazione, anche se la presenza di realtà di altre province non è stata quantitativamente quella auspicata. La relazione introduttiva di Valentina Donvito, della Casa delle Donne e medico dell'Ospedale Sant'Anna, ha sottolineato come sia in corso un attacco al concetto fondamentale di autodeterminazione, ripercorrendo le tappe della presentazione del ricorso, delle iniziative prese a sostegno dello stesso, della vittoria al Tar e della riproposizione da parte della Giunta Regionale di una nuova delibera che solo formalmente è stata modificata, ma che di fatto ripropone l'ingresso dei movimenti pro-vita nei consultori. Che i consultori siano sotto attacco e che si voglia svuotare di fatto la 194 è ormai chiaro: una dimostrazione ulteriore è l'agghiacciante proposta di legge presentata in Regione dalla maggioranza - che potete consultare sul sito: http://arianna.consiglioregionale.piemonte.it/ariaint/TESTO?LAYOUT=PRESENTAZIONE&TIPODOC=TESTOPDL&FASEITER=PRESENTAZIONE&PDL=90160 Questa proposta stravolge la natura dei consultori, indebolendo fortemente la loro attuale prerogativa di essere laici e pubblici. C'è la forte preoccupazione che se un testo come quello, profondamente oscurantista, dovesse mai diventare legge in Piemonte, e nelle altre regioni dove sono state presentate proposte di legge analoghe, sarebbe a rischio oltre alla 405 (legge nazionale istitutiva dei consultori) anche la piena e corretta applicazione della 194. Il successivo intervento è stato quello delle avvocate Mirella Caffaratti ed Arianna Enrichens che hanno relazionato sull'udienza dell'8 giugno di fronte al TAR: la sentenza ha accolto il ricorso per quanto concerne il requisito soggettivo statutario “della difesa della vita fin dal concepimento”; le altre censure sollevate sono state giudicate non accoglibili in quanto, in proposito, secondo il TAR non sono legittimate ad agire le associazioni ma solo le singole donne. Hanno sottolineato la possibilità di proseguire nell'azione legale verso la delibera di luglio che, nella nuova formulazione, pur introducendo sempre in posizione di privilegio il famoso requisito soggettivo, pare allargare l’accesso alle convenzioni con le Asl ad altri soggetti, rendendo così più difficile sostenere la tesi della discriminatorietà della delibera stessa. Hanno inoltre rimarcato che la Giunta ha già predisposto che le Asl procedano alla redazione degli elenchi delle associazioni ammesse e alla stipula delle convenzioni. Il nuovo ricorso dovrà essere depositato entro fine ottobre. Eleonora Artesio ha ricordato come la recente affissione di un orrendo manifesto del movimento per la vita nei locali dell’Asl2 di Torino per ordine della direzione dimostra che gli operatori non possono essere lasciati soli né si può chiedere loro la disobbedienza eroica Ha criticato l’autoritarismo della Regione che, a specifica interrogazione sull’episodio, ha risposto invocando la democrazia del “rispetto di tutte le idee”!!! Inoltre la Regione non ha risposto alle interrogazioni su come intenda applicare la nuova delibera sui consultori. Rispetto invece alla proposta di legge del PDL ha, fra l’altro, messo in evidenza che la famiglia sostituisce il “soggetto”, che le donne dovranno firmare il progetto di sostegno e di aver ricevuto le informazioni, ossia di accogliere o meno il percorso proposto, nonché gli aspetti economici e finanziari legati alla scelta delle donne. Donata Canta ha sostenuto la necessità di contrapporre iniziative di mobilitazione a 360 gradi sia dal punto di vista istituzionale, sia con la diffusione di documenti di controinformazione, con manifestazioni in tutta la regione, anche protratte nel tempo, cercando strategie e iniziative comuni con altre regioni (gruppi di donne del Lazio e della Lombardia hanno inviato messaggi che, oltre ad aggiornarci sulla situazione di quelle realtà, auspicano una comune mobilitazione), anche attivando la rete nazionale di SNOQ su questi temi. A questo proposito, la richiesta che sarà fatta alla riunione dei Comitati il 2 ottobre, sarà quella che le prossime mobilitazioni tengano conto che sul corpo delle donne, sulla loro autodeterminazione e libertà si sta giocando una brutta partita. Sono seguiti numerosi interventi: la Vice-Presidente dell’Associazione ArciGay Doriana Tedesco, il Consigliere Regionale Andrea Stara, Lucia Centillo Coordinatrice della Commissione Materno-Infantile dell’Asl1 di Torino, Giulia Druetta del Collettivo Altereva, Cristiana del Collettivo Medea, Ferdinanda Vigliani di Pensiero Femminile, la Consigliera Regionale Gianna Pentenero , Noemi Gallo, che ringraziamo per il loro contributo. Ci scusiamo per le omissioni, assolutamente involontarie, legate alla ricchezza di tutti gli interventi che non siamo in grado di ricostruire. Laura Onofri, infine, nel suo intervento ha anche fatto un breve aggiornamento sullo stato dell'arte della Legge 16 del 2009 sull'Istituzione dei Centri Antiviolenza che la Regione continua a non finanziare, pur essendoci un o.d.g. votato all'unanimità dal Consiglio Regionale che prevede l'innalzamento a 500mila euro annuali delle risorse su quel capitolo di spesa. Se questa grave inadempienza della Regione continuerà, oltre a privare le donne maltrattate di un servizio assolutamente necessario , comporterà l'impossibilità di partecipare al bando del Ministero delle P.O. (scadenza dicembre 2011) che prevede 12milioni di euro di fondi dedicati al capitolo Centri antiviolenza. L’assemblea si è riconvocata per il 5 ottobre prossimo alle ore 21, presso il Salone dell’Antico Macello di Po – via Matteo Pescatore 7 Torino riunione per iniziare ad organizzare le iniziative di mobilitazione.

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