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mercoledì 19 gennaio 2011

Le donne, il drago, il profeta

In Italia una donna su due non lavora. Per chi si occupa di politica, il dato Istat dovrebbe allarmare tanto quanto i testi delle intercettazioni delle badanti-bajadere in servizio ad Arcore. Ma – come si dice in questi casi – l’informazione non fa notizia. La politica è ostaggio del gossip non perché il gossip sia in odore di reato, altrimenti la forza dell'opinione pubblica (non pervenuta) avrebbe costretto il Drago a dimettersi, invece di sgranare il rosario in attesa del responso della magistratura. Tutti i ragionamenti sul referendum di Mirafiori (per una volta che si parlava di lavoro!) sono stati spazzati via in un baleno mentre Alfonso Signorini, con i suoi anatemi contro il culturame, finalmente vede riconosciuta anche dall'auditel quell'egemonia culturale (nel senso gramsciano di "nazional-popolare") che da anni costruisce dietro le quinte come un'eminenza grigia, suscitando l’attenzione della sinistra, che lo teme manco fosse il Pasolini del terzo millennio. Perché Alfonso - si pensa con un pizzico di snobismo, ma non si dice - è capace di portare al voto la casalinga di Voghera, la sciampista di Belluno e la disoccupata di Eboli.
Il problema è che la sinistra (ma la filosofia di Freccero non l'aveva già illuminata, quando spiegò il fascino discreto di Drive In?) soffre ancora della sindrome
d’inferiorità, quando si tratta di parlare alla "gente". A mezze maniche come Bersani, ma diversamente da lui, Signorini può ascendere al rango di arbiter elegantiarum e gran cerimoniere della politica perché conosce il linguaggio segreto, e tutti i rituali, per comunicare sciamanicamente con lo "spirito del popolo" italiano.
Forse è tempo di spezzare l'incantesimo - del quale tutti, è bene dirlo, siamo vittime - e convincerci che esprimere un pensiero un po’ più articolato del lancio d’agenzia non è per forza indice di seriosità o di attitudine inquisitoria. Bisogna ripetere come un mantra che ragionare di lavoro, di welfare, di pari rappresentanza non fa necessariamente perdere voti. Bisogna avere poi il coraggio di smetterla con le imitazioni dei vari crismi e carismi, e fare ciascuno il proprio mestiere, ciascuno con parole proprie.
Anche perché sull'arte del pettegolezzo (e sui modi per volgerlo pro domo sua) Signorini è maestro indiscusso, e può solo continuare a impartire lezioni.

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