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domenica 6 febbraio 2011

Vi siete proprio sbagliate: noi andiamo in piazza anche per Ruby, non contro di lei

In risposta all'articolo “Amiche di sinistra, non andate in piazza contro altre donne” - Intervista a Pia Covre di Angela Azzaro su "Gli Altri"

Cara Angela Azzaro, cara Pia Covre,
perché secondo voi le donne il 13 non devono andare in piazza? Siete veramente sicure di voler dire alle donne italiane "Non andate in piazza contro altre donne", come dice il titolo dell'intervista di Angela a Pia? O volevate invece dire "Andate in piazza si, ma contro Berlusconi, non contro altre donne?" Che è cosa ben diversa!!!
Mi sorge questo dubbio perché dalle cose che dice Pia Covre ad Angela Azzaro mi sembra che Pia chieda la seconda cosa, non la prima, e che la titolatura dell'intervista sia, semplicemente, sbagliata, e introduca una forzatura di posizione che, nelle parole di Pia, non c'è.
Intanto, cara Angela Azzaro, nell'appello che ha lanciato la mobilitazione del 13 febbraio, non vi è una singola parola o frase di condanna alle donne che sono andate alle feste di Arcore. E ' semplicemente ridicolo pensare che da parte nostra possa essere nuovamente proposta la divisione delle donne in due, le sante e le puttane, dove da un lato stanno le vergini e le mogli legittime , e dall'altro stanno le lavoratrici del sesso e tutte quelle donne che vogliono scegliere liberamente in base al loro desiderio i loro partner sessuali. Divisione antica abolita dal femminismo, speriamo per sempre. Ci chiamiamo di Nuovo appunto perché quelle di noi che sono più anziane sono femministe da trent'anni, e quelle più giovani ne stanno raccogliendo l'eredità.
Nel nostro appello c'è esclusivamente a) la condanna del premier per essersi intrattenuto con una minorenne e con molte altre donne dell'età delle sue figlie, e aver mentito in proposito, e b) del fenomeno per cui le donne candidate e talvolta elette a cariche politiche sono state spesso da lui scelte non in base alla loro competenza ma in base alla loro avvenenza e alla loro disponibilità allo scambio sessuale. E questa condanna non ha nulla a che fare con la condanna dello scambio di sesso contro denaro fatto tra le lavoratrici del sesso e i loro clienti.
Io non giudico le ragazzine marocchine e appoggio le rivendicazioni delle lavoratrici del sesso. In cambio di cariche politiche sì. Giudico, e mi sdegno, il fatto che la lotta che noi femministe abbiamo fatto per trent'anni per avere un peso maggiore nella politica democratica sia stata pervertita e resa vana dal fatto che il criterio di scelta di alcune donne in politica è stato la avvenenza e la disponibilità sessuale (più per la destra che per la sinistra) e la fedeltà alle cordate dei capi (come è a volte successo anche a sinistra, non solo a destra). Le donne che fanno politica, devono potere essere autonome. Come ha detto magistralmente Rosi Bindi, non sono e non devono essere a disposizione .
Noi crediamo che la democrazia sia una cosa seria, e che le persone elette per governare non siano semplici cittadini, ma debbano essere probi, onesti e competenti. Berlusconi stesso ha largamente approfittato di questo e ci ha distribuito librettini mielosi in cui lo si dipingeva come un padre di famiglia, un patriarca attento e premuroso. Dalle vicende recenti appare come un puttaniere incallito: ed evidentemente si vergogna di esserlo, visto che invece si è sempre presentato come un patriarca buono. Non abbiamo niente contro le sex workers: ma contro i puttanieri si. Io rispetto chi vende servizi sessuali. Non chi li compra, però, che mi sembra invece soltanto che sfrutti a suo vantaggio lo strapotere economico e sociale maschile.
Scenderò in piazza il 13 febbraio perché da anni trovo umiliante il fatto che siano solo o prevalentemente uomini a scegliere chi deve rappresentare le donne, e questo è stato fatto anche a sinistra, purtroppo. Ma scenderò in piazza soprattutto perché appare che il premier facesse queste scelte usando come parametro, per le donne, anche la bellezza,( e almeno in un caso, probabilmente anche la disponibilità a organizzare festini). Questa è una concorrenza sleale fatta agli uomini e alle donne competenti che dovrebbero governare l'Italia, e mina la democrazia.
Ci strumentalizzeranno i partiti "maschili"? Forse. Cercheranno certamente di farlo, e allora? Partiti che sono stati maschili stanno cambiando, chi più chi meno certo, ma non sono il monolite di un tempo. E forse alcuni partiti riconosceranno un pò più di prima, invece, la capacità che le donne dimostrano di essere soggetto politico capace di organizzarsi e di difendere se stesse, la propria immagine, e capaci di proposte politica autonoma. Se non abbiamo alcuna speranza che prima o poi molti uomini capiscano e accettino molte delle ragioni e delle proposte del femminismo, che speranza abbiamo? Di imporglielo con la forza?Di farci per sempre noi i cavoli nostri e loro i loro?La democrazia deve essere declinata per i due sessi, questo, è il nostro obiettivo.
Elisabetta Addis

1 commento:

  1. Eh già povera Ruby, lei non ci voleva andare, l'hanno costretta.....e poi i soldi le fanno schifo, lei campa solo di preghiere

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