mercoledì 30 novembre 2011
LIBERE A CIRIE'
venerdì 25 novembre 2011
PRESENTAZIONE di "PETALIE" Romanzo popolare sardo piemontese
giovedì 17 novembre 2011
Libere a Genova al 18 novembre
Palazzo Spinola - Via Garibaldi 5 - Genova
Libere
di Cristina Comencini
“Ci avete educato alla libertà, al rispetto di noi stesse,
siamo andate nel mondo piene delle vostre aspettative.
Solo che fuori non ne sapevano niente
e tutto andava nel solito vecchio modo.”
Sono le parole che la giovane protagonista rivolge ad una donna matura in un confronto nato all’insegna
di una distanza, quasi di un’inimicizia, che però si trasforma via via in un dialogo e nel quale affiorano
affinità e aspirazioni comuni. Fino a intravedere la possibilità di un orizzonte condiviso, di un annodarsi
di fili che sembravano sciolti.
Libere è stato scritto da Cristina Comencini per Di Nuovo, un’ associazione nata da un gruppo di donne
di varie città italiane, di professioni ed età diverse, preoccupate per la crescente quantità di episodi di
violenza di genere inversamente proporzionale al tasso di occupazione che è il più basso in Europa, per la
precarietà delle conquiste, le difficoltà del lavoro e della maternità, l’insufficienza del welfare.
Libere nasce come uno spettacolo/ incontro per contribuire alla nascita di un movimento nuovo. Dal
luglio 2010 Di Nuovo lo porta nei teatri , con la proposta di SETTE PUNTI per il dibattito e l’impegno a
organizzare una convenzione nazionale delle donne .
Da questa storia nasce SeNonOraQuando, l’appello che il 13 febbraio porta milioni di donne in piazza,
l’incontro di Siena a Luglio, la decisione di organizzarsi in rete. Si riparte?
Ne parliamo a Genova, grazie al Festival dell’Eccellenza al Femminile, il 18 novembre.
ore 21 - Spettacolo con Manuela Kusterman e Dora Di Mauro, regia di Consuela Barilari
ore 22 – Incontro con Annalisa Marinelli urbanista di genere, Eva Provedel, SeNonOraQuando, Daria Veronesi, Di Nuovo. Modera Laura Guglielmi, Direttore Responsabile di Mentelocale
Di Nuovo e SeNonOraQuando invitano donne e uomini a intervenire allo spettacolo e partecipare al dibattito che seguirà
Presentandosi con questo invito si potrà acquistare il biglietto dello spettacolo a tariffa ridotta, 5 €.
http://dinuovodinuovo.
lunedì 14 novembre 2011
riunione se non ora quando
mercoledì 26 ottobre 2011
QUANDO LA NOTTE
lunedì 24 ottobre 2011
"LIBERE" al Teatro Gobetti di Torino
sabato 22 ottobre 2011
giovedì 13 ottobre 2011
INCONTRO CON TERESA DE JESUS ARISTIZABAL SANCHEZ
lunedì 10 ottobre 2011
La violenza contro le donne nei TG italiani
domenica 9 ottobre 2011
Un paese per donne - voci da Siena
venerdì 7 ottobre 2011
"Lavoro e dignità delle donne? Buttiamola in barzelletta" di Stefanella Campana
mercoledì 5 ottobre 2011
Qualcosa comincia a cambiare?....
Picchiata e insultata su un bus perchè donna e nera
martedì 4 ottobre 2011
Resoconto dell'assemblea pubblica regionale del 24 settembre a Torino contro i movimenti pro-vita nei consultori
venerdì 23 settembre 2011
LIBERE A CASELLE TORINESE
venerdì 16 settembre 2011
NUOVO ATTACCO ALL' AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE -

Riassunto delle puntate precedenti
A metà novembre 2010 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato il Protocollo per il miglioramento del percorso assistenziale per la donna che richiede l'interruzione volontaria di gravidanza, con il quale viene consentito l'ingresso nei consultori familiari pubblici esclusivamente alle associazioni cosiddette "pro-vita".
Dopo l'Assemblea del 30 novembre nell'Aula Magna dell'Istituto Avogadro, la Casa delle Donne di Torino, il 14 dicembre 2010, ha presentato ricorso al TAR contro il Protocollo.
Il TAR, con sentenza del 15 luglio 2011, ha annullato il Protocollo della Giunta nella parte in cui ammetteva alle convenzioni con le ASL soltanto le associazioni che possiedono nel proprio statuto il requisito della "difesa della vita fin dal concepimento".
Dopo soli 4 (!!!) giorni dalla pubblicazione della sentenza, la Giunta Regionale ha emesso il 19 luglio una nuova delibera "rettificata", ma la sostanza non è cambiata. La Giunta si è ben guardata infatti dall'eliminare questa condizione di favore, limitandosi ad aggiungere: "in assenza del presente requisito soggettivo è sufficiente il possesso di un'esperienza almeno biennale nell'ambito del sostegno alle donne e alla famiglia".
La partita che si gioca e le iniziative da prendere
A discutere il ricorso è venuto in persona l'avvocato Carlo Casini, presidente della Federazione che riunisce i movimenti e i centri di aiuto alla vita di tutta Italia.
Nella nuova delibera si dispone che le Asl procedano alla redazione degli elenchi delle associazioni ammesse e alla stipula delle convenzioni. Piemonte, Lombardia e Lazio costituiscono una sorta di terreno di prova per lo smantellamento dall'interno della Legge 194 e dei servizi consultoriali, per procedere alla privatizzazione della salute.
Si tratta quindi di avere respiro lungo e di pensare molte iniziative su fronti diversi, dalla battaglia legale alle mobilitazioni contro l'applicazione della delibera.
Pensiamo che sia giusto e necessario:
· proseguire nell'azione legale coinvolgendo anche altri soggetti
· vigilare sui provvedimenti di applicazione della delibera
· mobilitarci per manifestare il nostro dissenso in tutta la regione con iniziative pubbliche.
Le donne compiono già le loro libere scelte non secondo appartenenze, vincoli, idee predeterminate ma secondo i legami che nascono da vite scelte, puntuali, individuali a cui nessuno si può sovrapporre.
La posta in gioco è l'autodeterminazione, ed è fondamentale!
Per discutere di questa nuova delibera e delle iniziative da intraprendere per contrastarla, ci ritroveremo in
ASSEMBLEA PUBBLICA
SABATO 24 SETTEMBRE 2011, ORE 15-18
Aula Magna
Istituto "Amedeo Avogadro", via Rossini 18, Torino
Donne di Torino per l'autodeterminazione
martedì 6 settembre 2011
Libere in scena al Teatro Anfitrione
Il 23 Ottobre 2011 presso il Teatro Anfitrione, Roma:
L'Officina Artistica EstrOfficina porterà sul palco Libere di C. Comencini,
con la Regia di Carla Blasetti e con il patrocinio di Se Non Ora Quando
Guarda l'intervento della Presidente di Estrofficina Ornella Genito a Siena, 9-10 luglio 2011
giovedì 1 settembre 2011
Libere a Padova
LIBERE di Cristina Comencini, con Daniela Zangara e Agnese Masiero
Lo spettacolo sarà preceduto da una presentazione della coordinatrice padovana di SNOQ, Milvia Boselli. Seguirà un dibattito.
Il programma della festa
martedì 30 agosto 2011
Libere a InArteDonna - festival del teatro delle donne
VIDEO:
LIBERE di Cristina Comencini
VACANZA, TREVI, IL GIARDINO DI ECHO PARK di Monica Gazzo
MARCELLE RAGOT di Daniela Trastulli
VIDEAZIONE METABASICA di Bona Baraldi
segue INCONTRO L’immagine, il corpo e l’identità delle donne
MOSTRE:
foto e opere di Laura Albano, Monica Gazzo, Barbara Paveri
PERFORMANCE:
CAMILLE CLAUDEL di Monica Bauco
DONNA di Bona Baraldi
INARTEDONNA AVAMPOSTI CalenzanoTeatroFestival edizione 0II 16-24 settembre 2011
Nel ventesimo anniversario del Teatro delle Donne il festival e il premio di drammaturgia saranno dedicati alle autrici di teatro e al tema dell’immagine e dell’identità delle donne.
Il bisogno a cui vogliamo rispondere è la necessità, ormai indubbia, che c’è nel nostro paese di dar vita ad una cultura diversa per quanto riguarda le donne, di dar voce a quello che le donne pensano, vivono nella realtà, cioè fuori dagli stereotipi proposti dai media e dalla cultura dominante, oggi più che mai connotata dalla prevalenza di un’idea tutta maschile di cosa sono le donne.
Le italiane hanno ottenuto importanti conquiste negli ultimi 35-40 anni ma a queste conquiste a livello legislativo non è corrisposto un reale cambiamento in ambito culturale e sociale. La stessa mancanza di rappresentanza politica ne è la dimostrazione, come lo è la disoccupazione femminile, i minori compensi delle donne, il precariato e la difficoltà di conciliare la maternità con una qualsiasi attività lavorativa. Ma soprattutto lo è la diffusione della violenza contro le donne, che è la seconda causa di morte per le donne italiane.
L’immagine della donna nella pubblicità e nelle trasmissioni TV è scivolata verso un baratro di volgarità, aggressività, cattivo gusto. Dato che la pubblicità in qualche modo rappresenta la realtà se ne può dedurre che a peggiorare sia stata la società. La cultura di massa del nostro paese non si è mai liberata di alcuni pregiudizi e sterotipi sulle donne e sugli uomini che rimandano in maniera impressionante a quelli degli anni cinquanta e sessanta. E si è di fatto radicalizzato un fenomeno, quello della dittatura della bellezza, con conseguenze devastanti sul corpo delle donne e sulle loro menti.
Che il problema sia culturale e che solo in quest’ambito possa essere risolto è più che evidente. Infatti cos’ha reso possibile il dilagare dell’attuale immagine della donna se non la mancanza di una cultura alternativa? Cos’è mancato se non la voce e il punto di vista delle donne?
A questo si può cercare di porre rimedio attraverso l’Arte. Perché gli artisti, da sempre, interpretano e connotano e la loro epoca.
L’obiettivo è quello di iniziare a dar vita ad un’immagine altra della donna proposta dalle stesse donne artiste, che si rendano interpreti della realtà di tutte le donne che vivono, lavorano, studiano nel nostro paese. Per dire basta ad una dittatura mediatica che ha imposto un modello di donna che non ci somiglia.
E’ indubbio che oggi il teatro sia una degli strumenti e dei settori più liberi ed indipendenti per trattare alcune specifiche tematiche. Il Teatro delle Donne da venti anni opera in questo senso con l’ausilio di circa 190 autrici di teatro di cui ha catalogato, presentato e promosso i testi.
Affronteremo nel nostro festival il tema dell’immagine e del corpo delle donne presentando testi di drammaturgia contemporanea ma anche mostre fotografiche e di pittura, video, libri, performance e tutto quello che mette in scena la creatività femminile per mostrare un’immagine della donna dal punto di vista delle donne.
AVAMPOSTI è festival radicato sul territorio che coinvolge i luoghi anche non teatrali di Calenzano (oltre al teatro lo spazio del Castello, dallo splendido giardino all’altana, e l’Oratorio del S.S. Sacramento).
Presenteremo letture sceniche, studi e anteprime di nuove messe in scena affrontando i temi più aspri, come quello della violenza, o i più difficili, come quello della manipolazione dell’immagine e del corpo della donna.
Abbiamo accolto con entusiasmo nuove proposte di autrici che da molti anni collaborano con noi ma abbiamo aperto anche alle più giovani con il premio di drammaturgia AVAMPOSTI D’AUTORE, interamente dedicato alle autrici di teatro, a cui è stato chiesto di scrivere ed inviare testi che trattino il tema dell’identità femminile nel nostro paese. I primi 6-8 testi selezionati dalla giuria verranno presentati in lettura il 17 settembre.
domenica 7 agosto 2011
LIBERE a Cortemilia (Cuneo)

La forza e la grande capacità di "Libere" di CristinaComencini,di provocare la riflessione e favorire il dibattito sono ormai fuori discussione, il pathos e la straordinaria tensione emotiva che,anche nel video, si percepiscono, sono ormai un leitmotiv a cui continuo a non abituarmi, ma vedere Lunetta e Isabella sullo schermo
posizionato all'interno di una bellissima chiesa sconsacrata del cinquecento facente parte di un monastero benedettino è stato comunque particolare!
Continuo ad essere convinta che le potenzialità di questo spettacolo devono
esser sfruttate soprattutto nei piccoli centri, come a Cortemila (Cuneo), dove un evento come la Festa dell'Unità(lì si chiama ancora così!) richiama ancora tantissime persone e favorisce un modo vero e autentico di discutere e dibattere su temi anchelì molto sentiti.
La ricchezza e la vivacità di questi territori è testimoniata da una mostra all'interno della Chiesache ripercorre il lungo percorso di lotta che queste popolazioni della Val Bormida hanno intrapreso negli anni 80 e 90 contro l'ACNA Azienda Coloranti Nazionali e Affini,altamente inquinante e nociva per le persone e i territori circostanti, percorso che è sfociato nella chiusura dell'Azienda alla fine degli anni 90.
Anche lì, neanche a dirlo, le più agguerrite ed organizzate sono state le donne!
mercoledì 20 luglio 2011
Autonome, organizzate e inclusive: sconti a nessuno | |
di Stefanella Campana![]() | |
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Al Cedaw (ONU) le risposte inevase del governo | |
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Non faranno sconti a nessuno. Le donne che si riconoscono in SeNonOraQuando sono state molto chiare a Siena. Non sono antipolitiche come qualcuno ha frainteso per alcuni fischi “critici” nei confronti della politica, ma misureranno tutte le azioni che prenderanno i partiti, da destra e da sinistra, in merito all’agenda che proporranno le donne, tutte quelle che intendono starci, senza pregiudizi e pregiudiziali. Una fase del femminismo, paragonato da sempre a un fiume carsico che entra ed esce dal mondo visibile mantenendo intatta la sua portata, sembra conclusa. Il movimento di SNOQ vuole essere organizzato (la rete delle donne è dato per acquisito: gli oltre cento comitati territoriali agiscono in base alla propria realtà), stabile, autonomo e inclusivo delle tante differenze, da chi porta l’esperienza della storia e del pensiero delle donne a partire dagli anni Settanta alle più giovani che devono cercare il proprio modo di esprimere idee, progetti e la propria libertà. Intanto il successo alle elezioni amministrative che ha portato molte donne al governo delle città (Torino, Milano, Bologna, Cagliari, Napoli…) e messo in crisi quello che le aveva ignorate (vedi Roma) hanno il segno della ritrovata forza delle donne nel difendere i propri diritti. Anche a livello internazionale le donne italiane si sono fatte sentire, come al CEDAW , uno dei principali trattati delle Nazioni unite, sottoscritto da quasi tutti i Paesi del mondo, per assicurare l’applicazione e il pieno godimento dei diritti delle donne. L’Italia ha ratificato la Convenzione per l’Eliminazione di ogni discriminazione contro le donne nel 1985. Ogni 4 anni i vari governi devono presentare un rapporto ad un Comitato di 23 membri, esperti da tutto il mondo, per illustrare cosa hanno migliorato, come e quali risultati hanno ottenuto. Nel corso della 49a sessione alle Nazioni Unite, il 14 luglio a New York, hanno risposto i rappresentanti del governo italiano. Come voce di controcampo, il comitato ha ricevuto altri 4 rapporti ombra, tra cui quello preparato dalla piattaforma “Lavori in corsa: 30 anni CEDAW”, che mette in luce quanto ancora c’è da fare in Italia per garantire un eguale e soprattutto reale accesso e partecipazione alla politica, al lavoro, alla salute, alla protezione dalla violenza, alla cultura etc.. a tutte le italiane, migranti, seconda generazione, disabili, rom e alle persone con diverso orientamento sessuale. Era la prima volta che la società civile italiana presentava un rapporto ombra e partecipava alla sessione di valutazione. Il rapporto, elaborato ha raccolto l’adesione di oltre 120 organizzazioni della società civile sia nazionali che locali e centinaia tra di singoli donne e uomini, creando un comune denominatore tra tante realtà molto diverse tra loro. I rappresentanti del governo hanno risposto alle domande del Comitato CEDAW alle Nazioni Unite per quel che hanno potuto ma non sono stati in grado di dare informazioni esaustive in diversi punti critici. Molte domande sono rimaste inevase. Ad esempio, avanzare il pretesto dei problemi di budget per giustificare la non applicazione di politiche inclusive delle donne non può essere utilizzata perché molte azioni possono realizzarsi senza intaccare il bilancio, anzi, utilizzare un approccio di genere potrebbe rendere molto più efficiente l’allocazione delle voci della spesa pubblica permettendo l’inclusione delle donne in ogni settore e l’accesso ai loro diritti al pari di quelli degli uomini. Lo smalto che ha perso l’Italia nei contesti internazionali è anche dovuto al fatto che non si rispetta mai lo standard internazionale richiesto. Siamo tra gli ultimi nelle classifiche europee che indicano quanto un paese sta progredendo, e, pur essendo tra i paesi del G8, non siamo di esempio per gli altri perché non applichiamo molte delle direttive europee che ci renderebbero più credibili davanti alle Nazioni Unite. Un esempio? La l.188/2007 sulla base di una direttiva europea aiutava a contrastare la pratica delle dimissioni in bianco sopratutto per donne in maternità ed è stato uno degli atti abrogati dalgoverno nel 2008. Noi donne garantiamo il ricambio generazionale per la società italiana, mettendoci il nostro sforzo fisico, psicologico, emotivo perché incinte, e dopo abbiamo una buona possibilità di restare a casa, senza possibilità di scegliere e tornare a lavorare, come il diritto alla maternità che si sta sempre più restringendo in tutte le regioni. Quanto ancora dovremo aspettare? In Italia le donne contano oltre il 53% della popolazione, e una democrazia di solito è rappresentata dalla maggioranza. Basterebbe applicare l’art.51 della Costituzione per avere più donne in politica. Siamo noi a laurearci di più e con i migliori voti, ma solo il 14% delle donne è professore ordinario all’università. Poco meno di una donna su due lavora, a sud una su tre, le altre perdono la speranza e non cercano neanche lavoro. Lo sforzo delle politiche va nella direzione di rimettere a casa, ma forse il governo non ha capito che i tempi sono cambiati e che saremo noi, che da secoli sopportiamo le maggiori sofferenze e perdite, che siamo il fattore di sviluppo e progresso per garantire a tutti il pieno godimento della vita. Si potrà avviare un dialogo costruttivo, per cercare di cambiare, insieme, il presente e il futuro delle donne in Italia? Aderiscono alla piattaforma Lavori in Corsa – 30 anni CEDAW: Fondazione Pangea Onlus, Giuristi Democratici, ActionAid, ARCS-ARCI Cultura e Sviluppo, IMED- Istituto per il Mediterraneo, Be Free, Fratelli dell’Uomo, Differenza Donna ONG. |
martedì 12 luglio 2011
Un paese anche per donne

In questi cinque mesi sono state dette e scritte molte cose sulla manifestazione del 13 febbraio. Qualcuno ha pensato che la questione riguardasse solo le donne, altri hanno capito che quel giorno le donne parlavano per l’Italia intera.
Così, il motto preso in prestito da Primo Levi, “Se non ora quando?” è diventato, oltre ogni nostra previsione, il via libera per uscire da una lunga stagione di individualismo e di paraideologie selvagge.
Il primo segnale di quel rinnovato spirito civico che si sarebbe poi espresso nelle amministrative, nei risultati referendari e nelle parole che stanno tornando alla ribalta nel lessico della politica italiana: partecipazione e condivisione. Il 13 febbraio è stato questo e tante altre cose che ancora non abbiamo finito di capire, se da quel giorno molte donne che non avevano mai fatto politica hanno dato vita a oltre 120 comitati locali, da nord a sud; se hanno continuato a incontrarsi per ragionare e discutere insieme. Perché il 13 febbraio quel milione e mezzo di donne e di uomini hanno dato voce, in forma di domanda, a un sentimento comune: un paese che non è per le donne, non è per nessuno. Se alcuni credevano che il fermento esploso il 13 febbraio avrebbe assunto le sembianze della protesta antipolitica, la due-giorni di Siena ha dimostrato l’esatto contrario: nella città toscana ha trovato spazio non solo la forza creativa e costruttiva delle donne – che non esclude certo il dialogo con i partiti e con le istituzioni – ma anche la consapevolezza che, in un clima di ascolto, le differenze non sono un ostacolo ma una ricchezza.
Per due giorni le donne hanno dato all’Italia una vera e propria lezione di democrazia, nei contenuti e nelle pratiche, mettendo insieme almeno tre generazioni, e – con loro – ad altrettante idee, proposte o testimonianze: nessuna deroga ai tre minuti concessi per ciascuno degli oltre sessanta interventi dei comitati, delle associazioni, delle politiche e di tutte le donne arrivate a Siena dalla Sardegna, dalla Sicilia, dal Piemonte o dalla Calabria.
Ci sarà certamente tempo per tracciare un bilancio più approfondito, ma intanto è importante fare tesoro di tre elementi emersi dall’incontro, e dai quali la nostra classe dirigente, tutta, potrebbe prendere spunto: 1) la compresenza intergenerazionale, che inanella il movimento studentesco a storiche associazione come Orlando; 2) l’uso creativo e strategico della rete, nella consapevolezza che i social network non possono, né oggi né domani, sostituirsi alla politica del confronto e delle relazioni; 3) la capacità di tenere insieme il paese, passando per i centri e per le periferie, da nord a sud, da Bolzano alla Locride. E ancora, su tutto: la consapevolezza che il movimento delle donne viene da lontano ma ha bisogno, per il futuro, di spazi aperti e inclusivi, che possano comprendere le voci di Souheir Katkhouda e della teologa Agnese Fortuna, della studentessa Sofia Sabatino e della Casa internazionale delle Donne, dell’imprenditrice Margherita Dogliani e delle giovani “archeologhe che resistono”. Non si tratta di cancellare le differenze ma di essere sagge abbastanza da capire che si può stare insieme per obiettivi condivisi senza perdere la propria identità, perché c’è bisogno di tutte per fare dell’Italia un paese anche per donne.
mercoledì 6 luglio 2011
Pronte per Siena?
Ecco il programma:
SABATO 9 LUGLIO
11:50 accoglienza e proiezioni video del 13 febbraio.
12:00 saluti di Tatiana Campioni, direttrice del complesso museale Santa Maria della Scala
12:00-13:15
Breve relazione sul 13 febbraio.
Presentazione del tema dell’incontro: corpo, maternità, lavoro, rappresentazione.
Intervento di Linda Laura Sabbadini, direttrice centrale dell’ISTAT
Video sulla rappresentazione delle donne nei media.
Intervento di Tindara Addabbo (economista): valutazione delle politiche pubbliche e sociali di genere.
13:30 pranzo
15:00 Discussione aperta a tutte.
19:00 Conclusione della discussione.
Sera
Grande festa delle donne di Se Non Ora Quando per le strade di Siena
DOMENICA 10 LUGLIO
10:00 Report e proposte sui contenuti emersi durante la discussione di sabato.
10:15 Come si organizza la rete delle donne italiane?
Proposte e dibattito.
13:30 Conclusioni
domenica 19 giugno 2011
Molla tutto e vieni a Siena!
Tutte le informazioni su http://senonoraquandosiena910luglio.wordpress.com/
Il 13 febbraio abbiamo riempito le piazze per difendere la nostra dignità di donne e riscattare l’immagine del Paese.
La mobilitazione ha contribuito a portare tante donne al governo delle città e a risvegliare uno straordinario spirito civico.
Ma sono solo primi segnali.
La fotografia dell’ultimo rapporto ISTAT ci conferma che l’immagine deformata delle donne, così presente nei media e nella pubblicità, è solo l’altra faccia della diffusa resistenza a fare spazio alla libertà femminile.
I dati ci dicono che le donne italiane studiano, si professionalizzano, raggiungono livelli di eccellenza in molti campi. Ma sono donne, vogliono esserlo, e questo basta, nel nostro Paese, perché non entrino nel mercato del lavoro (il 50% è senza occupazione) o perdano il lavoro, spesso precario, se scelgono di diventare madri.
Sembrava fino a ieri che dovessimo aver solo un po’ più di pazienza, che la società italiana, forse più lentamente di altre, avrebbe accolto la libertà femminile.
Ma così non è. Occorre prenderne atto.
Vogliamo difendere noi stesse, il nostro presente e il nostro futuro perché una cosa è chiara: un Paese che deprime le donne è vecchio, senza vita, senza speranza.
Mettiamo a punto le nostre idee. Rilanciamo, forti delle nostre diversità, un grande movimento. Stringiamo un patto per rendere le nostre voci più forti e autorevoli.
SE NON ORA QUANDO UN PAESE PER DONNE?
il 9 e 10 luglio, a Siena
Santa Maria della Scala
L’incontro è aperto anche agli uomini
Tornano le donne di Se Non Ora Quando - Intervista a Cristina Comencini
C´è stata una gigantesca mobilitazione popolare che ha influenzato le elezioni. Ora mettiamo al centro il lavoro
Silvia Fumarola su la Repubblica 19 giugno 2011
ROMA – «Facciamo dell´Italia un paese per donne»: più che uno slogan, un impegno. La regista Cristina Comencini racconta con passione la nuova iniziativa del movimento “Se non ora quando?” che porterà a Siena il 9 e il 10 luglio donne di tutta Italia per confrontarsi sul cammino fatto. Gli stati generali della condizione femminile, raccontata da donne del Sud e del Nord, di sinistra e di destra: tutte. «Tutte invitate» spiega la Comencini «a raccontare cos´è cambiato. È stato un anno intenso, e di cambiamenti importanti: lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni e del referendum. È come se un´onda dal profondo avesse smosso il Paese. E non c´è dubbio che a questo risveglio abbiano contribuito gli studenti e le donne».
Signora Comencini, parla di “risveglio” ma le donne non hanno fatto grandi passi avanti.
«L´associazione è nata un anno fa per iniziativa di un gruppo di donne, per capire cosa fosse accaduto in Italia. L´Istat racconta che facciamo ancora una fatica mostruosa e siamo rimaste indietro, nel 2011 la condizione femminile è tornata al centro dell´interesse. Anche gli uomini si sono stancati di vedere rappresentate le donne solo come corpi: è stato il primo passo».
Avete intercettato il malessere e la voglia di condividere un percorso comune: immaginava che il movimento sarebbe cresciuto così?
«No, ma l´onda è cresciuta subito. Nessuno aveva il coraggio di esprimersi, come se il sentimento politico fosse ancora vivo, ma nessuno lo manifestava. Il tam tam è partito sul web, il 13 febbraio è stata una data storica: un milione di persone in piazza, l´Italia mobilitata. La nostra intuizione, partita con lo spettacolo “Libere” era giusta. Sono convinta che quest´onda gigantesca abbia influenzato anche le elezioni».
Avete mai pensato di diventare un movimento politico?
«No. Ma il modo in cui è avvenuta l´adesione indica che c´era voglia di cambiamento. La società civile chiede che nasca la politica delle persone non dell´antagonismo, l´Italia vuole vivere meglio. Si sono mossi gli studenti e le donne, il risveglio ha coinvolto tutti. La politica deve lasciarsi contaminare, sarebbe un suicidio non ascoltare queste nuove voci. Il 13 febbraio ha preso vita una mobilitazione popolare; tra i politici c´era chi l´auspicava e chi la temeva. Nella politica delle donne vanno coinvolti anche gli uomini, è una battaglia che si fa insieme».
A Siena cosa succederà?
«Il 9 e 10 luglio ci riuniremo nel Complesso di santa Maria della Scala, ringrazio il sindaco e la direttrice del museo che ci hanno messo a disposizione la città e la struttura. “Se non ora quando?” si pone un´altra domanda: e adesso? Continuiamo a lavorare. L´Italia non è un paese per donne, vogliamo che lo diventi. Gli ultimi dati Istat dicono che il tasso di occupazione femminile è sceso, che le donne abbandonano il lavoro, non possono permettersi di diventare madri. Un quadro che non è da paese moderno, l´Italia non dà nulla alle donne: va rimesso al centro il lavoro femminile».
Ha girato l´Italia: che idea si è fatta?
«Mia sorella Francesca ha raccolto le storie, abbiamo visto donne di tutte le età e condizione, tante le avevamo contattate per e-mail: sono diverse e simili nella consapevolezza di sentirsi escluse. Chi si è reso conto che le donne sono una ricchezza per l´Italia è il presidente della Repubblica Napolitano. Le donne sono lavoratrici efficienti, hanno un potenziale enorme. La forza del nostro movimento è la trasversalità – si è visto dalla piazza – siamo unite perché contano i principi».
venerdì 10 giugno 2011
Siena, 9-10 luglio: i prossimi passi di Se Non Ora Quando
http://tv.repubblica.it/palinsesto/2011-06-09/10158
Lettera del Comitato Nazionale ai Comitati SeNonOraQuando:
Care tutte,
come vi abbiamo già scritto, sentiamo il desiderio di incontrarci e conoscerci. Vi proponiamo una grande riunione il 9 e 10 luglio, a Siena per cominciare a tracciare il nostro progetto e definire la nostra proposta politica dopo il 13 febbraio.
La città ci ha messo a disposizione un luogo bellissimo, il Santa Maria della Scala, che ha tutte le caratteristiche di spazio per accogliere il nostro incontro. Un gruppo che comprende il comitato SNOQ di Siena e di Roma è già al lavoro per organizzare l’ospitalità e risolvere tutti i problemi logistici. Saremo in contatto continuo con voi attraverso il blog per aiutarvi in tutti i modi a partecipare.
Abbiamo pensato e discusso i contenuti per questo nostro primo incontro, e ci sembra che il nesso tra le brutte immagini di donne che attraversano gli schermi e ricoprono i muri di questo paese e il mancato posto fatto alle donne nella vita pubblica, a cominciare dal lavoro, sia il nodo su cui lavorare insieme.
Questi due aspetti, rappresentazione dei corpi e lavoro delle donne, sono le due facce dello scandalo italiano che abbiamo denunciato il 13 febbraio e che i dati ISTAT impietosamente fotografano.
Le 800.000 costrette a lasciare il loro impiego dopo una gravidanza, l’insieme indistinto e difficilmente quantificabile delle altre, inattive, disoccupate e precarie a cui di fatto viene sottratta anche solo la possibilità di immaginare una gravidanza, sono la dimostrazione che l’Italia non ha mai accettato la libertà e la differenza delle donne e ha sancito così il suo declino.
Cominciamo da qui.
Vi chiediamo di contribuire con le vostre riflessioni e le vostre proposte all’elaborazione su questi due punti.
mercoledì 1 giugno 2011
martedì 31 maggio 2011
Libere a Ponte delle Alpi
L'Associazione Culturale Tina Merlin e Se Non Ora Quando Belluno
con l'Associazione Di Nuovo
presentano
LIBERE
Atto Unico di Cristina Comencini
con Anna Carabetta e Perla Moriggi
regia di Anna Carabetta
segue discussione
Paiane di Ponte nelle Alpi
Piccolo Teatro G. Pierobon
sabato 4 giugno 2011 – ore 20.30
con il patrocinio del Comune di
Ponte nelle Alpi
ingresso offerta libera
venerdì 27 maggio 2011
La nostra libertà: lo spettacolo e il dibattito a Napoli

da Il Mediano.it di Mara Fortuna
Finalmente anche a Napoli è arrivato “Libere”, atto unico di Cristina Comencini, nato a Roma circa un anno fa e rappresentato da allora un po’ ovunque, università oltre che teatri, anche perché “Libere” è senza copyright. A Roma era andato in scena con Lunetta Savino e Isabella Ragonese con la regia di Francesca Comencini, sorella dell’autrice.
A Napoli, in un teatro Sannazzaro stracolmo, è stato rappresentato da Antonella Stefanucci e Chiara Baffi per la regia di Carlotta Cerquetti. L’iniziativa è stata presa dell’associazione culturale Tempolibero, presieduta da Clorinda Irace e dal movimento “Se non ora quando”. I contributi volontari lasciati dagli spettatori sono destinati alla Cooperativa “La Roccia”, una cooperativa sociale che attraverso le attività di una sartoria e di una legatoria aiuta donne e minori in difficoltà.
Chi ha lanciato l’iniziativa a livello nazionale è stata l’associazione romana Dinuovo. In rete si trova il suo documento-manifesto.
Il punto chiave è una domanda: come è potuto accadere che la grande forza delle donne italiane, che aveva sprigionato tanta soggettività politica e culturale, si sia di fatto adattata a godere di diritti e libertà soggettivi, rinunciando a misurarsi con la sfida della responsabilità politica? Il confronto con gli altri paesi europei fissa questo scarto e ci restituisce l’immagine di un paese fragile in cui le donne sono tenute ai margini dello sviluppo sociale e politico. Mentre in Europa i partiti conservatori e socialdemocratici hanno reagito alla crisi della rappresentanza, esplosa negli anni ‘60 e ‘70, aprendosi alle donne ed attuando un parziale ricambio delle classi dirigenti, in Italia tutto questo non è accaduto. Da noi si discute ancora delle quote rosa.
La proposta di Dinuovo è di creare una rete, tra tutte le associazioni, realtà piccole o piccolissime, singole donne, che concordano sulla necessità di aprire un dibattito su questi temi e sentono l’insostenibilità della situazione presente. Lo spettacolo “Libere” serve anche a questo.
“Libere” parla del femminismo e della situazione delle donne oggi in Italia. Parla di quello che il femminismo e la politica (che non l’ha mai accolto) non sono riusciti a fare. Due donne, una matura, con tre figli ormai grandi e un passato da femminista, e una giovane si incontrano, si capisce poi, nella sala d’aspetto di un ginecologo. La difficoltà di comunicazione iniziale lentamente si scioglie, quando nel dialogo, aperto e sincero, entrambe si riconoscono l’una nell’altra, scoprono le somiglianze, molto più significative delle differenze.
L’opera di Cristina Comencini ha il grande merito di provocare la riflessione e favorire il dibattito, cose diventate ormai molto rare, soprattutto su questi temi. Ogni rappresentazione, infatti, viene seguita da una discussione a cui sono tutti invitati a partecipare. Così, terminati gli applausi e accese le luci, introdotto da una breve ed efficace presentazione della Comencini, in sala sono iniziati gli interventi. Ha parlato la dott.ssa Papa, che ha ricordato come con l’80% dei medici obiettori la legge 194 non è realmente applicata e che con il taglio dei fondi ai consultori, operati negli ultimi anni, queste strutture sono state depauperate e costrette alla chiusura.
È intervenuta la prof.ssa Capobianco, che ha denunciato l’assenza totale a Napoli di luoghi dove è possibile per le donne incontrarsi e riunirsi. E a seguire sono intervenute tante donne, e qualche uomo, che hanno parlato dei problemi delle donne migranti, della violenza sessuale, del lavoro, dell’educazione dei figli, dei diritti che non sono stati acquisiti per sempre e che vanno difesi, mentre negli ultimi anni si è pericolosamente abbassata la guardia.

sabato 21 maggio 2011
Questa nota è stata scritta da una giovane ragazza di Torino, Azzurra Martini, incredula che potessero venire mandati in onda programmi di questo tipo.
LA PLASTIFICAZIONE DELLA REALTA’
Antefatto: una giovane torinese sta facendo “zapping” in TV per essere aggiornata in tempo reale sull’esito delle elezioni comunali.
Si imbatte su una rete Mediaset che manda in onda, in prima serata, il programma “Plastik”.
Ebbene, cos’è Plastik? Dapprima appare l’ennesima trasmissione su strambi Guinnes World Re...cords, ma poi assume una dimensione più intima, privata, raccolta, umana… sì, è una trasmissione sull’intimo delle persone, delle donne in particolare.
È una trasmissione che ti fa sentire, donna, comunque bella e giusta, nonostante i piccoli o grandi difetti estetici.
Ma perché sei comunque bella e attraente, nonostante i difetti?
Non perché alla nostra società vai bene così, magari con un po’ di “borse sotto gli occhi”; non perché ti viene chiesto di metterti in salvo dai banali stereotipi da copertina; non perché ti viene insegnato che ogni ruga è un solco di esperienza sul viso di una donna (e di un uomo); non perché ti è stato insegnato che la pelle invecchia, ed è il suo corso naturale; non perché sai che l’invecchiare non è una disgrazia ma è sintomo della vita che avanza, si riempie e si arricchisce.
La televisione dovrebbe fare ammenda per le molteplici immagini pubblicitarie irreali che rappresentano sempre gli stessi corpi e gli stessi visi, e ci dovrebbe insegnare che la verità sta nel viso delle persone che si incontrano per strada: guardati intorno, donna, e noterai splendide quarantenni, o cinquantenni, o sessantenni, con il viso vero e saggio.
Ebbene, forse qualcuno, dietro le quinte, se ne è reso conto, ed ha ideato la trasmissione Plastik per aprire gli occhi alle donne che si trincerano dietro i propri difetti fisici? In un certo senso sì. Quale, il modo per far fronte alle preoccupazioni di una donna di quarant’anni, due gravidanze, due bimbi piccoli, e poche notti di otto ore? Un chirurgo plastico caduto dal cielo che provvede ad eliminare la “pelle in eccesso” degli occhi. Il chirurgo, anch’esso donna, anch’essa visibilmente “ritoccata”, appare un’amica, una consulente, una professionista pronta, per spirito magnanimo e solidale, a metter fine alle preoccupazioni estetiche.
Hai le borse sotto gli occhi a 40 anni? È normale, direi io, e direbbero altri. Invece no, non ti porto a comprendere che è naturale, ma taglio e cucio in sala operatoria. Ti svegli piena di dolore e di lividi sulle palpebre; porti occhiali da sole per 15 giorni, poi li togli, e… non sei più tu.
Sei un’altra donna, con qualche anno in meno sì, e con gli occhi artificiali, spalancati. Hai “guadagnato” qualche anno che però hai già vissuto, e che non rivivrai più allo stesso modo. Avrai quei nuovi occhi e quella nuova espressione a qualunque ora del giorno e della notte; oggi che il tuo bimbo non ti fa dormire, e tra 20 anni, quando il tuo bimbo universitario dormirà più di te. Non c’è più niente di tuo, non c’è più la naturale e affascinante stanchezza di una mamma, di una moglie. C’è una persona che non ha saputo accettare e vivere realmente le gioie e le fatiche di una vita, e che, purtroppo, non ha incontrato nessuno che le insegnasse quanto sia prezioso il tempo vissuto davvero. È una persona che si è rivolta al pubblico, alla televisione, per cercare di risolvere il suo “problema” e che purtroppo ha incontrato dei professionisti della falsità.
Ciò che è peggio è che molte di noi potrebbero pensare che “è facile” avere un aspetto migliore, perché l’abbiamo visto in TV.
Allora mi appello a Quella TV, e le chiedo per favore di insegnare a noi donne che siamo BELLE con le rughe a quarant’anni.
mercoledì 18 maggio 2011
Doppio appuntamento con "Libere" di Cristina Comencini!
Domenica 22 maggio a Verona proiezione di "Libere" e dibattito con Cristina Comencini e Serena Sapegno
Teatro Stimate, Piazza della Cittadella 3 ore 20.45
Organizza: Se Non Ora Quando Verona
Mercoledì 25 maggio a Napoli spettacolo "Libere" con Antonella Stefanucci e Chiara Baffi. Regia di Carlotta Cerquetti
Teatro Sannazaro, Via Chiaia 157, ore 20.45
Organizza: Associazione Di Nuovo
Le donne e il voto di Milano
di Francesca Zajczyk su www.arcipelagomilano.org
Sulla spinta delle manifestazioni del 29 gennaio “Un’altra Italia è possibile” e del 13 febbraio “Se non ora quando?”, le liste del centro-sinistra a sostegno di Giuliano Pisapia hanno registrato una decisiva svolta nella presenza di candidate al consiglio comunale rispetto al passato. L’intera coalizione a sostegno di Pisapia presenta una pressoché equa distribuzione di genere – 44% donne e 56% uomini – media che sfiora il 50% (48% donne e 52% uomini) se si toglie dal calcolo Italia dei Valori che, con un esiguo 21% di candidate in lista, abbassa la percentuale delle donne presenti nell’intera coalizione.
Si tratta, dunque, di una notevole svolta, di un momento di rottura rispetto al passato, ma anche di un significativo elemento di distinzione rispetto al centrodestra che presenta una quota di candidature femminili del 19% per il Phttp://www.blogger.com/img/blank.gifopolo delle Libertà e del 23% per la Lega Nord.
Ma cosa ci raccontano i risultati del 15-16 maggio? Pur dovendo attendere il ballottaggio per l’esito finale della consultazione ai fini della distribuzione del numero di consiglieri e consigliere tra le diverse liste, un dato balza subito agli occhi. In caso di vittoria del centro-sinistra il sindaco Giuliano Pisapia potrebbe contare su una presenza nella coalizione di maggioranza del 34,5% di donne, pari a 10 su 29, una quota decisamente significativa se consideriamo che l’amministrazione uscente contava una presenza di sole 7 donne su 60 consiglieri, tra maggioranza e opposizione.
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Esodi dalle passioni tristi
Sabato 21 e domenica 22 maggio, SMS San Michele degli Scalzi, Viale delle Piagge.
Domenica alle 13.00 l'intervento di Susanna Camusso, In mare aperto: lavoro e futuro
Leggi il programma

lunedì 16 maggio 2011
giovedì 12 maggio 2011
domenica 1 maggio 2011
Milano: invito a un confronto con le candidate
Le donne e il governo della città
Di Nuovo Milano invita le elettrici a un confronto con le candidate delle liste per Pisapia su idee, proposte e progetti per Milano
4 maggio, Casa della Cultura, via Borgogna 3 ore 21.00
venerdì 29 aprile 2011
Io sono emozione
Domenica 15 maggio ore 18.00 – Sala Gialla
Io sono emozione
Manifesto per la dignità delle giovani donne
Ed. Piemme
Incontro con Eve Ensler
autrice de I monologhi della vagina
Intervengono Lella Costa e Lunetta Savino
Conduce Monica Capuani

giovedì 28 aprile 2011
mercoledì 27 aprile 2011
Libere va a scuola
con Anna Carabetta e Maria Marino
e la partecipazione di Fabiana Pierbattista
Sabato 21 maggio ore 11
Via Domenico Atripaldi 42, Napoli
sabato 23 aprile 2011
Come a trent'anni si perde il lavoro per avere un figlio
Katia ha 36 anni. Dottorato e master. Dopo 5 anni di contratto a progetto con mansioni da dipendente, Italia Lavoro la manda a casa al sesto mese di gravidanza. "Mi chiedo cosa potrò offrire a mia figlia"
di Emanuele Di Nicola, rassegna.it
E' una società del ministero del Lavoro gestita con soldi pubblici. Ma non esita a licenziare una donna incinta al sesto mese di gravidanza, insieme a molti altri lavoratori. Una situazione davvero paradossale quella dell'agenzia Italia Lavoro, che adesso rischia di perdere i ricorsi e pagare i risarcimenti con i soldi dei cittadini italiani. All'interno di questo caso, poi, c'è la vicenda personale di Katia Scannavini: 36 anni, laureata con master, mandata a casa dall'agenzia dopo cinque anni di contratto a progetto, in piena gravidanza. A lei abbiamo chiesto di raccontarci come sono andate le cose.
Leggi l'intervista
venerdì 22 aprile 2011
Appello ai candidati sindaco

I comitati si sono formati secondo le caratteristiche di trasversalità espresse dalla manifestazione del 13 e sono aperti a tutte le donne, nel rispetto dell'appartenenza politica, culturale, di formazione e di credo di ciascuna. Il nostro principale obiettivo è coinvolgere il più alto numero di donne possibile, a partire dalle più giovani, nella costruzione di un paese per donne e di donne per la rinascita dell'Italia.
La forza espressa dalla mobilitazione del 13 febbraio ha già portato a qualche significativo risultato: candidati sindaci di grandi città, come Milano Torino e Bologna, hanno preso l'impegno, in caso di elezione, di costituire giunte nelle quali ci sia parità di presenza tra uomini e donne.
Il comitato nazionale Se non ora quando lancia un appello a tutti i candidati e a tutte le candidate sindaco alle prossime elezioni amministrative del 15 e 16 maggio affinché si impegnino concretamente prima del voto a favore di una presenza massiccia di donne nelle loro liste, a costituire giunte di governo che vedano una parità di rappresentanza tra donne e uomini e a favorire la promozione del ruolo delle donne in ogni ambito del governo delle città.
Roma, 22 aprile 2011
IL COMITATO NAZIONALE SE NON ORA QUANDO?
giovedì 21 aprile 2011
Libere a Napoli
Dimissioni in bianco, disoccupazione giovanile e nessun welfare per la maternità: l'ipocrisia del Governo sulla famiglia
Il governo sostiene di aver rafforzato il ruolo della famiglia. E infatti ricadono sulle famiglie italiane tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora. Le timide proposte innovative del Piano nazionale per la famiglia sono rimaste lettera morta. Senza contare che una disoccupazione giovanile vicina al 30 per cento impedisce ai giovani di crearsi una propria famiglia. Le dimissioni delle lavoratrici madri.
Non ha torto Silvio Berlusconi ad affermare che il suo governo ha rafforzato il ruolo della famiglia. Basta intendersi su che cosa significa “rafforzare”.
LE FAMIGLIE E IL WELFARE
Il ruolo della solidarietà famigliare, sempre importantissimo nel nostro welfare debole e squilibrato, è uscito indubbiamente rafforzato dalla riduzione dei trasferimenti agli enti locali (a partire dall’abolizione dell’Ici), quindi delle risorse per i servizi alla persona, così come dalla riduzione dell’offerta educativa della scuola pubblica in termini di contenuti e di tempo.Èstato rafforzato anche dal mancato adeguamento del sistema di protezione sociale a un mercato del lavoro flessibile, dove la precarietà e la disoccupazione colpiscono soprattutto i giovani.
Questa modalità di rafforzamento è stata teorizzata esplicitamente nei due più importanti documenti del governo sul welfare: il Libro bianco sul futuro del welfare e il documento Italia 2020 sull’occupazione femminile e i problemi di conciliazione. (1) Entrambi i documenti indicano appunto nella solidarietà famigliare la principale risorsa su cui contare per far fronte a tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico in larga misura lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora.
Le timide proposte innovative indicate con grande enfasi nel novembre scorso dal Piano nazionale per la famiglia, e commentate su questo sito, sono rimaste lettera morta. (2)
Sulla base dell'obiettivo di rafforzamento del ruolo delle famiglie, si è proceduto a tagli indiscriminati, salvo che sui sussidi alla scuola privata, e si è di fatto vanificato il fondo per il sostegno all’affitto. Ma non solo: si è anche ripetutamente sottovalutata la drammaticità di una disoccupazione giovanile che tocca il 30 per cento.
Peccato che non tutti abbiano alle spalle una famiglia che può provvedere in caso di necessità. E peccato che proprio la dipendenza dalla solidarietà famigliare, oltre a sovraccaricare le famiglie e a sottoporre a tensione bilanci spesso modesti, renda più difficile per i giovani costituire una propria famiglia, se lo desiderano. Rende anche difficile alle mamme conciliare famiglia e lavoro, se non hanno un reddito sufficiente a pagare un servizio privato, o una mamma o una suocera disponibili e in grado di condividere le responsabilità di cura.
LE NORME PER LE LAVORATRICI MAMME
Alle mamme, poi, il governo Berlusconi ha fatto un brutto scherzo fin dall’avvio del governo. Nel giugno 2008, in nome della semplificazione, il ministro Sacconi ha infatti ha abrogato la norma che imponeva la procedura telematica per le dimissioni volontarie. Era stata approvata a largissima maggioranza bipartisan dal parlamento pochi mesi prima, durante il governo Prodi, per cercare di contrastare l’abitudine di far firmare in bianco una lettera di dimissioni all’atto dell’assunzione – un’abitudine molto diffusa soprattutto nelle aziende del Nord e molto utilizzata soprattutto contro le lavoratrici che rimangono incinte. La consigliera di parità nazionale che, facendo il proprio mestiere, osò protestare per il danno che ne sarebbe seguito per coloro che volevano avere un figlio, si vide revocata la nomina. Solo un anno dopo è stata introdotta una nuova norma, di fatto più complessa, che richiede che un genitore che si dimette “volontariamente” durante il periodo protetto dalla legge sui congedi confermi la propria volontà davanti a un funzionario della direzione provinciale del lavoro (nota prot. 25/II/2840 del 26 febbraio 2009). La nuova norma, tuttavia, riduce la protezione al solo periodo coperto dalla legge sulla maternità e paternità. Non protegge affatto da dimissioni forzate al termine di quel periodo, quando la lavoratrice dovrebbe tornare al lavoro.
(1) Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Libro bianco sul futuro del welfare. La vita buona nella società attiva, Roma, maggio 2009; ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, ministero per le Pari opportunità, Italia 2020. Programa di azioni per l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, Roma, dicembre 2009.
(2)Verso un piano nazionale per la famiglia, novembre 2010. Per un commento su questo sito si veda Daniela Del Boca e Chiara Saraceno, “Una tradizionale famiglia italiana”, 9.11.2010